Storia
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Il rifugio Stella Alpina, situato nella conca del Gardeccia, vanta fondamenta ultracentenarie; infatti le prime testimonianze le troviamo nelle mappe del 1858, quando era costituito solo da una tipica stalla in stile fassano, dedita a ricovero degli animali con sovrastante “tobià” per il deposito del fieno. Da questa prima struttura prevalentemente in legno è stato sviluppato un edificio in muratura all’inizio degli anni ’900, perchè proprio in questo periodo si ebbe l’inizio dell’alpinismo in Val di Fassa.
Nel 1948 la costruzione viene ulteriormente ampliata: al corpo principale viene aggiunta una parte più alta e stretta, quasi come un imponente campanile, adibito anch’esso a rifugio per i numerosi amanti della montagna.
Con l’avvento del turismo il Rifugio Stella Alpina conosce un periodo di florida attività, sotto la gestione della famiglia Zancanaro.
Nel corso dell’anno 2011 la gestione e la propietà è passata alla famiglia Riz, e nella primavera 2012 la costruzione è stata modificata riequilibrando i volumi e rendendo più armonica l’intera opera alla vista di chi giunge dal fondo valle, in un contesto paesaggistico fra i più famosi ed apprezzati.
La RISTRUTTURAZIONE

L’intervento di ristrutturazione si è configurato in primo luogo come ampliamento verso nord, di un volume interrato per ricavare locali di deposito a servizio della cucina, dei servizi igienici e una saletta interna ed attigua al bar esistente; in secondo luogo come una ridistribuzione volumetrica, abbassando il fronte principale e sopraelevando la parte sul retro, ottenendo così un pieno utilizzo del sottotetto.
Una particolare attenzione è stata posta alla riqualificazione impiantistica ed energetica, con l’applicazione di un rivestimento esterno a cappotto di 16 cm, il rifacimento della struttura del tetto con pacchetto termoisolante, la sostituzione dei serramenti con infissi adeguati al raggiungimento della classe energetica A+. Con l’installazione di una centrale termica a biomasse (pellets e legna) e la sistemazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria a copertura dell’80% del fabbisogno, e di pannelli fotovoltaici.
L’obiettivo prefissato è di ottenere una struttura autosufficiente e indipendente da forniture esterne dal punto di vista energetico.